LA CROSTATA DI GIANNA




Se c'è una torta con cui vado sul sicuro, è la crostata con marmellata. 
Sì, lo so che il termine "marmellata" è riservato solo a quella di arance o agrumi, ma sinceramente io non riesco ad andare in giro per casa a chiedere "Gabriele, vuoi per merenda una bella fetta di pane e confettura?"
E quindi, marmellata. Di albicocche, il più delle volte.Ma anche di fragole, more, lamponi, van tutte bene per una crostata.  E' uno degli impasti che ho imparato a fare per primo, e ricordo ancora le prime volte che la facevo, quanto mi davo da fare  a impastare e impastare,  e più impastavo e più la crostata veniva da schifo, talmente dura che se fosse caduta per terra mi avrebbe spaccato il pavimento. Poi, a furia di schifezze, e soprattutto documentandomi un pochino, ho scoperto l'arcano: la crostata va lavorata il meno possibile, perchè il calore delle mani attiva il glutine della farina che dà poi luogo ad un impasto duro e gommoso; e ancora meglio se non la si lavora con le mani ma con due coltelli o, ancora meglio, nel robot. E così infatti faccio io,  metto tutto nel robot senza tante cerimonie,  e frullo per circa 30 secondi, il tempo necessario perchè le briciole di pasta si uniscano in una palla unica. Prelevo dal robot, dò una breve impastata a mano, neanche un minuto, e poi metto in frigorifero, dopo aver già schiacciato un po' l'impasto e averlo avvolto in un foglio di pellicola. Quando poi, lasciata passare almeno mezz'ora, a seconda della quantità di burro presente nell'impasto,  si andrà a riprendere l'impasto dal frigo, questo avrà la giusta temperatura ma non la giusta consistenza, come insegna Montersino, vale a dire che sarà duro e poco lavorabilie: occorrerà quindi lavorarlo di nuovo brevemente con le mani, stenderlo con mattarello, arrotolarlo poi sullo stesso e srotolarlo sulla tortiera imburrata.
Insomma, per me è una di quelle torte che salvano sempre. E con i ritagli di pasta faccio dei frollini per il mio Gabrielino.
Quella che vi propongo non è la classica ricotta della frolla, ma una versione di una mia ex collega, che era solita rallegrare le nosre grigie giornate in ufficio deliziarci con questa sua torta, di cui non è avanzato mai nemmeno un pezzetto. Prevede una quantità maggiore di uova e un cucchiaino di lievito, rispetto alla ricette canoniche, ma non gridate subito allo scandalo: questa è la crostata di Gianna, e così ve la propongo.

CROSTATA DI PASTA FROLLA CON CONFETTURA DI ALBICOCCHE

Ingredienti:
250 gr farina
125 gr burro, freddo o   a temperatura ambiente (ideale a circa 13 gradi) a pezzetti
1 uovo  intero e un tuorlo
125 gr zucchero
mezzo o uno (io mezzo) cucchiaino da caffè raso di lievito  (circa 5 gr)
un pizzico di sale (2 gr circa)
scorza grattugiata di un limone (non solo per l'aroma: l'acido del limone farà risultare più friabile la frolla)
una punta di semini di vaniglia, o un cucchiaio di estratto di vaniglia o i semi di una bacca di vaniglia.

Per guarnire:
1 confezione da 400 gr di marmellata di albicocche o altra a piacere

Esecuzione:
Mettere tutti gli ingredienti, tranne la confettura, nel robot e azionare le lame di acciaio finchè non si forma una palla (ci andrà circa un minuto). Prelevare l'impasto, impastarlo ancora rapidamente con le mani, formare una palla, schiacciarla leggermente e mettere in frigo per mezz'ora coperto da pellicola. 
(Alternativamente, potete  inserire nel robot prima solo il burro a pezzetti  e lo zucchero, facendoli amalgamare velocemente, e poi aggiungere il resto degli ingredienti, fino a che si forma la palla di impasto).
Ritirare l'impasto dal frigo, lavorarlo velocemente con le mani per renderlo utilizzabile, stenderlo e poi arrotolarlo sul mattarello per poi srotolarlo sulla tortiera imburrata. Farcire con marmellata e , con gli avanzi di pasta, fare delle strisce da mettere sulla crostata (personalmente, appunto, non faccio le strisce, reimpasto gli avanzi e faccio dei frollini). Tagliare la pasta in eccesso lungo i bordi. Infornare a 180° per 25 minuti.

N. B. Attenzione: non so come fate voi a togliere dallo stampo la crostata, ma io prendo un piatto, rovescio la stampo con la crostata sopra un piatto piano, levo lo stampo, metto un altro piatto piano sulla base della crostata, che risulta capovolta, e poi rigiro nuovamente piatto e crostata assieme. Con questa operazione, immancabilmente mi rimane attaccata un po' di marmellata sul piatto, che lascia dei desolanti crateri di pasta senza marmellata sulla superficie della crostata. Premuratevi quindi di avanzate sempre qualche cucchiaiata di marmellata, invece di utilizzare tutto il vasetto,  per ritoccare questi antiestetici buchi.