PESTO DI TRAPANI o PESTO MATAROCCO











Tempo fa, andai in una pizzeria a Borgo Dora,  dietro Porta Palazzo.
Avevo letto una recensione di Giuseppe Culicchia che ne cantava le lodi in modo così entusiasta che non avevo potuto fare a meno di provarla. Sì, lo so che Culicchia è uno scrittore, ma  oltre  a scrivere libri spassosissimi con fondo amaro, che divoro, scrive anche ..recensioni di luoghi mangerecci della sua Torino. E visto che Torino è anche mia, io lo leggo e seguo i suoi consigli. E non sbaglio.
Infatti, la pizza mangiata anni fa nella pizzeria sui generis a Borgo Dora, tra statue di divinità orientali,  arredi in rosso, incensi fumanti e illuminazione da fumeria d'oppio orientale, era effettivamente una delle migliori che avessi assaggiato. Tanto buona che, un paio di anni fa, decisi di tornare nella pizzeria con una mia cara amica, per festeggiare non ricordo più cosa.
Appena entrata, però, una strana atmosfera mi colpì: certo, gli arredi erano gli stessi, il luogo anche ma...tutto era più professionale, più asettico, più...ristorante.
E infatti. Appena ci accomodiamo e guardiamo la carta ...delle pizze, leggo: "Tagliolini all'astice su letto di pomodorini confit", oppure "sautè di vitello  con riso basmati profumato al sandalo" o "ostriche della Bretagna con cipolline confit" e roba del genere.
Tradimento!
La pizzeria non è più tale! E' un normalissimo ristorante. Di quelli che van di moda ora, che se la tirano, quelli di cui ormai è zeppo il mondo (o meglio, quel terzo di mondo che mangia..,-).
Con un groppo in gola vado ai prezzi: da strozzamento.
Silvia mi guarda.  "Alla faccia della pizza!", mi fa, tra il serio e il comico.
Vorrei sprofondare e uscire, andare a ingozzarmi di pizza in una qualunque pizzeria, ma Silvia mi fa..." ma dai, prendiamo solo una portata e il dolce, tanto, di sabato, a quest'ora sarà tutto pieno.."
Ha ragione.
Così mi rassegno, guardo il menù e mi soffermo su una voce che mi ispira:  "Spaghettini al pesto di Trapani".
Non conosco questo pesto di Trapani, ma mi ricorda inconsciamente qualcosa, qualcosa di buono....insomma, mi dico, me li prendo, e appena avvisto un cameriere gli chiedo maggiori delucidazioni.
Ci avvicina una ragazzotta smorfiosetta, avrà 18 anni sì e no, truccatissima, mezza vamp e mezza stordita, alla quale chiedo "ah, non fate più pizzeria, qui,....", non proprio per fare una domanda vera e propria, ma nella recondita speranza che mi risponda che sì, fanno ancora qualche pizza in qualche forno nascosto magari in cantina, per i clienti nostalgici... "No, siamo ristorante, non facciamo pizze ....il locale ha cambiato gestione ...", mi risponde, con aria della serie "ma sei scema, non lo vedi da te che nel menù non vedi nessuna voce che si avvicini a "pizza" e ancora lo chiedi a me.."
Un po' mortificata della mia domanda cretina, chiedo, anche per darmi un tono e rimediare alla figuraccia di prima.."Ah, sì..ma senta, che cosa è questo pesto di Trapani?"
La ragazza mi guarda con uno strano bagliore infinitesimale, in quegli occhi fissi e vacui, da tonta perenne, che sbucano dallo spesso  strato di kajal nero.
"Ah...sì...è un pesto normale, solo che viene da Trapani!"
!
E nella mia testa, mi si forma all'istante l'immagine di un aereo in volo con un vasetto di pesto appena fatto, che lo porta fresco fresco da Trapani a Torino!
Strana risposta, dico tra me e me: se è pesto "normale", perchè non se lo fanno arrivare dalla più vicina Liguria, unanimemente riconosciuta come patria dei pesti "normali"invece che da Trapani? E poi, perchè farselo arrivare apposta già fatto da Trapani, invece di farlo qui, a Torino, in modo molto più semplice? O forse voleva dire che la ricetta è di Trapani, e, arguta come pare, non ha saputo esprimersi decentemente? O magari ha solo espresso in parole la confusione perenne che regna nella sua testolina svampita?
Ad ogni modo, una voce interiore, alias fiuto mangereccio, me lo fa prendere; lo ordino.
Arriva il piatto.
E subito ho quasi la conferma che non è un pesto normale, alias ligure, alias verde: gli spaghetti hanno un condimento ..beige! Beige a pezzetti! Mi pare pure di vedere sbucare del rosso, in mezzo a un po' di verde, ma non sono sicura: la tonalità è indiscutibilmente beige con tendenze all'ocra.
Assaggio. E ho la conferma netta. Non è un pesto "normale".
E' uno dei più buoni condimenti assaggiati in vita mia.
Un insieme di sapori dal delicato al sapido, un mix cremoso, gustoso,  un gusto pieno e saporitissimo!
E' diventato, col pesto "normale", uno dei mie sughi preferiti, nonostante ci sia il pomodoro, per di più crudo, che io non amo, ma è un sapore discreto, che non ammazza gli altri gusti di mandorla, basilico fresco, di origano e pecorino.
Ripenso spesso alla prima volta che ho assaggiato questo pesto di Trapani nell'ex pizzeria, e ogni volta  mi si riforma in mente l'immagine dell'aereo in volo che, ogni giorno, porta un barattolo di pesto "normale" appena fatto da Trapani a Torino...;-)

P.S.: per questa ricetta, ho "consultato" varie fonti, prima tra tutti lei, che ha un blog che io invidio per la fantasia delle preparazioni e l'estro culinario, che a me manca, essendo una mera copiatrice di ricette: parlo di Caterina de La cucina di Tatina, le cui ricette sono per me una vera fonte di ispirazione. Ho poi anche consultato un vecchio numero di Sale & Pepe, dove ho visto che questo pesto viene chiamato anche "Pesto Matarocco", e pare fosse uno tra i piatti preferiti nientemeno che di ... Garibaldi! 
Perchè si chiami...Matarocco non lo so, sinceramente, ma vi assicuro che non è affatto tarocco, è buono!-)








PESTO DI TRAPANI o PESTO MATAROCCO
Per condire due o tre porzioni di pasta (io spaghetti) da circa 80 gr l'una

Ingredienti:

80 gr di mandorle
100 gr di pecorino
un bel mazzo di basilco, o due piccoli
250 gr di pomodori (io cuore di bue)
un cucchiaino di origano
uno spicchio di aglio
olio extravergine di oliva (circa 80 ml)
mezzo cucchiaino di di sale


Esecuzione:

In un mortaio (io nel mixer) pestate le mandorle pelate (sbollentandole un minuto e poi levando loro la pellicina che le ricopre) con  il basilico, lavato e asciugato, l'aglio, un paio di cucchiai di olio, il sale e l'origano. Aggiungere poi il percorino grattugiato e il rimanente olio fino ad avere una  crema fluida ma ancora densa. Le mandorle non devono ridursi in farina ma rimanere in  forma granulosa.
Aggiungere il pomodori spelati (sbollentandoli un paio di minuti in acqua bollente e poi pelandoli) e tagliati a pezzetti, dopo averli "strizzati" per fare uscire semi e acqua di vegetazione. I pomodori non devono predominare, non è un sugo "rosso" e quindi, non cedere alla tentazione di voler colorare il pesto di rosso: deve rimanere chiaro.
Aggiustare di olio e sale.
Condire la pasta (io spaghetti) tenendo da parte un po' di acqua della pasta per diluire il pesto, nel caso risultasse troppo asciutta, come per il pesto ligure, anche se in questo caso ce n'è meno bisogno, in quanto questo pesto contiene i pomodori crudi che già contengono acqua e ammorbidiscono la preparazione.